L’ Era delle Apocalissi

Il 17 novembre del 2011, in concomitanza con una sessione di Dungeons and Dragons assieme a degli ingegneri pazzi, venni fulminato da una breccia di lore assolutamente casuale.
Per una serie di circostanze che non vale la pena raccontare (e grazie a un londinese davvero intraprendente) sono rientrato in possesso di tutti i racconti, le cronache e gli appunti che negli anni abbiamo inserito dentro un forum, che pensavamo fosse andato perduto.
Uno dei topic si chiamava ‘L’Era delle Apocalissi’. Non so perchè lo scrissi, e ci sono un sacco di correzioni che oggi farei. Ma penso valga la pena farvelo leggere così come l’ho trovato a quasi dieci anni di distanza. Magari un giorno ci farò qualcosa.

“Narrano le leggende, che in epoche ormai dimenticate persino dal tempo, nelle terre solcate dalle foreste e dai canyon, un’ unica razza dominava sul creato, conversava con gli dei, e saggiamente manteneva l’ordine e la pace sulla terra: la stirpe dei TERADOON, i Draghi Padri degli Elementi.
Nessuno sa da dove venissero: quando la terra oggi conosciuta era solo il caos primigenio di un mondo non ancora nato, essi già solcavano i suoi cieli infuocati. Creature mitiche e potenti oltre ogni immaginazione, ognuna di esse era il governatore assoluto di un elemento. Essi crearono la vita, e con essa la morte; le acque e le fiamme, la terra ed il tuono, la magia e la scienza. Gli elementi così creati erano in continuo equilibrio tra di loro, nessuno di essi prevaricava gli altri; e col tempo le creature che cominciarono a popolare la terra trassero sostentamento da ogni cosa vi fosse presente. Ogni elemento era visto e percepito come necessario: il lupo beveva l’acqua, e ne aveva timore perchè poteva annegarlo; l’uomo si scaldava col fuoco, ed esso poteva ustionarlo; la terra franava, ma poteva venire coltivata. Persino la morte era vista come naturale completamento della vita: alcuni pensavano fosse il primo passo verso un’altra esistenza, altri la vedevano come il modo per poter restituire alla terra la propria essenza, per renderla fertile, così che il ciclo continuasse. I Teradoon non si manifestavano quasi mai, e la loro presenza veniva conclamata solo da pochi visionari che con poche scintille di infinito parevano quasi perdere la ragione. Tutti sapevano che tanta immensità e perfezione non poteva essere stata inventata dall’uomo, e qualcuno giurava di aver visto immense creature navigare nei fondali oceanici, solcare gli immensi cieli, sostenere il sole, portare sul dorso le montagne. I Draghi Padri non vollero mai seguaci, adepti, altari: ma l’umanità e l’intero creato risentivano della loro influenza, della loro saggezza e benevolenza. L’uomo, col tempo padrone di magia e tecnologia, si moltiplicava sempre più in una terra che pareva senza fine. Chi inseguiva il potere magico non lo faceva mai per avidità ma solo per accrescere la propria conoscenza, i governatori erano sempre i più saggi e i più valorosi. Esisteva l’arme, ma era una forma d’arte al pari di tante altre, e non veniva mai usata per prevaricare il prossimo. I Teradoon osservavano compiaciuti e fieri la loro opera di protezione, consapevoli del loro potere, appagati dal loro ruolo e la loro esistenza.

Ma un giorno gli dei, invidiosi di tanto potere e tanta saggezza, decisero di porre fine al loro dominio. Cominciarono ad infettare l’uomo col seme della follia, dell’invidia, della gelosia, del pregiudizio. Questa guerra iniziò in maniera subdola, quasi nascosta, mai dichiarata: finchè i Draghi Padri non si resero conto che esistevano vite umane stroncate per avidità, animali che si sbranavano per il dominio territoriale anzichè per fame, creature che prevaricavano le altre per puro sadismo e crudeltà. La fine dell’idilliaco mondo pareva prossima, ma i Draghi non potevano lasciare che un così meschino e bieco affronto rimanesse impunito: decisero quindi di scendere in guerra contro gli dei, nel periodo di tempo che si conosce come l’Era delle Apocalissi. I draghi, seppur semionnipotenti, si resero conto di non poter combattere fisicamente contro gli dei: decisero quindi di trasferire parte dei loro poteri a creature prescelte, immortali, che potessero solcare i piani e dar battaglia ai crudeli dei della corruzione. Sapevano che il loro potere sarebbe stato fortemente ridimensionato, ma l’esistenza, la continuità, il supremo Tempo erano superiori a qualunque cosa. Nacquero e presero vita i nomi di Pelor, Bahamut, Corellion, Obad-Hai: questi si fecero campioni dei Teradoon nella battaglia contro gli Dei Oscuri. Nerull, Vecna, Wee-Jas, Hextor scatenarono tutta la loro furia contro di essi, in una battaglia durata decenni, forse secoli. Decisero addirittura di manifestarsi agli umani, minacciandoli perchè li sostenessero con le loro energie vitali, perchè preghiere e culto erano la forza degli dei. Ovviamente i figli dei Teradoon non potevano rischiare di soccombere, così chiesero anch’essi aiuto all’umanità, la quale si trovò travolta da eventi troppo grandi per essa. Molti scelsero la via della fierezza e dell’onore, altri quelli della corruzione e della supremazia: ma nessuna delle due fazioni riuscì mai a prevalere. Esausti da una parte e dall’altra, compresero che se avessero continuato avrebbero messo in pericolo la loro stessa vita, ponendo forse fine all’esistenza come noi la conosciamo. Piuttosto che lasciare ogni cosa al dominio del caos e del tempo, l’ Era delle Apocalissi si concluse così com’era iniziata: da una parte e dall’altra, gli dei occuparono il loro posto nell’Empireo, comportandosi a volte da tiranni e a volte da esseri magnanimi. Gli umani spensero il loro slancio verso l’infinito, come se desiderassero essere coinvolti il meno possibile in tutto questo. I Teradoon per concedere un’esistenza agli dei protettori dell’umanità, avevano rinunciato alla loro vita immortale, e presto il loro tempo sarebbe giunto. Temevano però che con la loro scomparsa, l’umanità si sarebbe fatta travolgere dalla disperazione e dalla corruzione. Temevano che la loro morte significasse anche la morte dei loro protetti, e questa preoccupazione lacerava i loro saggi e vecchi cuori. Quando però tutto sembrava perduto, il Drago protettore della Morte chiamò a sè Bahamut, drago di platino, ed Heironeus, protettore di tutti i draghi. Affidò loro una sfera di ossidiana, pulsante di vita, di morte, e della potenza di ogni elemento.
‘Padre, cos’è questa?’ chiese uno dei figli. E mentre i draghi lasciavano questo piano dell’esistenza, il primo Dracolich rispose:
‘E’ un filatterio. Esso contiene l’essenza vitale di ognuno dei Teradoon, dei primi, degli antidiluviani. Finchè resterà intero, noi draghi potremo sopravvivere come fantasmi, come spiriti protettori dell’esistenza della terra. Quando ci sarà la battaglia finale per l’Armageddon, combinate i vostri poteri, e potremo camminare sul mondo, un’ultima volta, al vostro fianco. Addio figli miei, e portate il nostro ricordo con voi per sempre.’

In un sospiro, l’immenso Drago nero, ultimo dei Teradoon, padre della Morte, si spense. I suoi figli non piansero, ma eressero un immenso tempio, si dice al centro della terra, dove venne contenuta la Sfera dei draghi, il Filatterio dei Teradoon.
Dei tempi successivi, nessuno ha consapevolezza. Alcuni dicono che gli dei abbiano dimenticato i Draghi Padri, altri ne ignorano l’esistenza, altri dubitano che il filatterio esista, altri ancora pensano che esso sia andato distrutto. L’umanità prosegue ignara nel suo cammino all’interno dell’esistenza, ma c’è chi giura che quella nuvola somigli a un drago, che quella catena montuosa ne segua lo scheletro, che le acque contengano leggendari respiri…”

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